Il 30 luglio è la “Giornata mondiale contro la tratta di persone”. Una giornata che a partire dal 2013 è diventata un’occasione per informare e sensibilizzare contro questa attività criminale ma anche per affinare gli interventi legislativi e repressivi a tutela delle vittime e per rafforzare la rete di prevenzione del fenomeno.  Quest’anno i riflettori sono accesi su “Uso e abuso della tecnologia”, affinché da nuova piazza di adescamento delle vittime, la Rete possa diventare sempre più strumento di contrasto alle organizzazioni criminali, e di protezione e aiuto per chi rischia di restare impigliato nelle loro maglie.

Che sia per sfruttamento sessuale o lavorativo, la tratta di persone è tra i reati più ignobili che l’uomo possa compiere. Ingannare, annullare l’identità dell’individuo approfittando del suo stato di bisogno, ridurlo in schiavitù fisica e psicologica: così funziona la tratta di uomini, donne e bambini e contro questo crimine, non sempre facile da individuare e colpire, l’impegno dell’Europa è e deve essere massimo e costante. L’ultimo report delle Nazioni Unite ha registrato 50 mila vittime di tratta individuate e segnalate in 148 Paesi: le donne rappresentano il 46% e le ragazze il 19% del totale, ridotte in schiavitù ai fini dello sfruttamento sessuale. La percentuale di bambini tra le vittime è triplicata, mentre quella dei ragazzi è aumentata di cinque volte negli ultimi 15 anni (www.onuitalia.it).

Ma questi numeri sono solo la punta dell’iceberg, le vittime effettive stimate sono di gran lunga di più.

Le nazionalità più attive nella tratta di esseri umani sono quella nigeriana, seguita da quella romena, albanese e cinese. E dopo l’attacco della Russia all’Ucraina, anche donne e bambini ucraini sono diventati appetibili per i trafficanti di esseri umani e l’Oim ha già lanciato l’allarme.

L’Europa è impegnata nella lotta alla tratta ed eliminare lo sfruttamento di persone è anche tra gli obiettivi di Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile. Per questa giornata che richiama l’attenzione sulla tratta e le nuove tecnologie, rivolgo un invito a tutti: digitare sul proprio motore di ricerca la frase “Tratta di persone” o “Tratta di esseri umani” e dedicare del tempo per capire cosa questo significa in concreto attraverso  le testimonianze di Ong, Forze dell’ordine, organizzazioni politiche, associazioni.  

Perché il crimine della tratta ci riguarda tutti. Come dice Papa Francesco, “è una ferita nel corpo dell’umanità”.

Pietro Bartolo