Bruxelles, 20 marzo 2024. “L’Italia rischia di diventare un enorme campo di detenzione, indipendentemente dal fatto se hanno diritto o meno all’accoglienza. Con questo Patto sulla migrazione tutto diventa procedura accelerata di frontiera perché le ipotesi previste nel regolamento sono amplissime. I dossier Crisi, screening e procedure rischiano di annullare il principio stesso dell’accoglienza”. A poche settimane dall’approvazione del Patto sulla migrazione all’Eurocamera, gli eurodeputati Brando Benifei e Pietro Bartolo hanno ospitato ieri al Parlamento europeo una delegazione di attivisti e rappresentanti della Road Map per il diritto d’asilo e la libertà di Movimento che riunisce le organizzazioni Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – CNCA, Rivolti ai Balcani, EuropAsilo, Italy must act, Refugees Welcome Italia, Mediterranea Saving Humans, ReCoSol e Stop Border Violence.
“In questi anni – ha detto Brando Benifei – abbiamo lavorato anche insieme a colleghi di altri paesi per portare avanti un altro punto di vista e per rompere il velo di ipocrisia intorno ai diritti delle persone migranti. Purtroppo, anche le norme che esistono e che cerchiamo di migliorare, non vengono rispettate e i diritti umani sono violati di frequente. Momenti di confronto come questo servono a rendere più incisivo il nostro lavoro”. “Credo sia importante riflettere sulla piega che stanno prendendo le politiche europee di esternalizzazione delle frontiere – ha detto Pietro Bartolo – Abbiamo iniziato con la Turchia, poi la Libia, poi la Tunisia, l’Albania, la Mauritania e l’Egitto. Di fatto l’Italia e gli Stati Membri stanno anticipando in maniera peggiorativa ciò che viene introdotto dal Patto sulla migrazione e che abbiamo provato a contenere, riuscendoci solo in parte. Questo ci dice che occorre un patto tra deputazione parlamentare, società civile e organizzazioni sul territorio impegnate per la salvaguardia del diritto d’asilo e la libertà di movimento. Bisogna essere uniti nel contenere gli estremismi della destra e dell’estrema destra”.
Forte l’allarme delle organizzazioni che da mesi chiedono di non approvare in aula il Patto o di modificarlo per evitare che le norme sul diritto internazionale di asilo vengano di fatto calpestaste. Durante un lungo confronto – a cui hanno preso parte anche gli eurodeputati PD Mercedes Bresso, Camilla Laureti, Alessandra Moretti e Achille Variati e gli europarlamentari Dino Giarrusso (NI Italia indipendente), Domènec Ruiz Devesa (S&D Spagna), Cyrus Engerer (S&D Malta), oltre ad una delegazione di volontari dell’ONG Mediterranea Saving Humans di base a Bruxelles e ad una numerosa delegazione di rappresentanti locali provenienti da tutta Italia – si è discusso della direzione che stanno prendendo le politiche sulla migrazione in Europa scivolando sempre più verso la detenzione dei migranti e l’esternalizzazione delle frontiere.
Per i rappresentanti della Road Map, “l’Italia rischia di diventare un enorme campo di detenzione e sarà il paese che pagherà il prezzo più alto del nuovo Patto sulla migrazione”, come ha sottolineato Sara Consolato di Refugees Welcome. “Stando ad una simulazione sulla base degli arrivi degli ultimi anni – ha detto Giovanna Cavallo del Forum per cambiare l’Ordine delle cose – l’Italia potrebbe trovarsi a detenere dai 60 mila ai 90 mila migranti. Dobbiamo pensare che la scelta di costruire un CPR in Albania, nasca da questo?”, ha chiesto provocatoriamente.
Gli attivisti hanno inviato una lettera- appello a tutti i parlamentari europei chiedendo di votare contro il Patto sulla migrazione il prossimo 11 aprile, quando il testo andrà in aula per l’approvazione definitiva.
Ai deputati presenti all’incontro del 19 marzo è stato chiesto anche l’impegno, qualora il Patto fosse approvato, “a monitorare gli esiti sul territorio e tenere alta l’attenzione sul rispetto dei diritti umani”.
Duro Gianfranco Schiavone che ha preso la parola per EuropAsilo: “Dal punto di vista giuridico il Patto è inaccettabile e non garantisce la tutela delle persone come previsto dai trattati internazionali. È un mostro normativo”. “Gli aspetti più preoccupanti sono contenuti nei regolamenti screening, procedure e crisi perché limitano fortemente la tenuta del diritto prevedendo una detenzione generalizzata persino di famiglie con bambini per chi arriva o viene soccorso in mare”, ha aggiunto Teresa Menchetti di Forum per cambiare l’ordine delle cose. “Noi che a Castel Volturno abbiamo imparato a conoscere i danni fatti da leggi che costringono le persone a stare senza documenti, senza accoglienza – ha raccontato Mimma D’Amico dell’ex centro sociale Canipificio di Caserta – Crediamo che bisogna puntare alla costruzione di una politica europea che rafforzi le tutele delle persone in cerca di protezione e sugli ingressi legali e sicuro”. All’incontro anche la voce dei sindaci: “Il sistema che funzionava davvero era quello degli Sprar – ha detto Franco Balzi, sindaco di Santorso in rappresentanza di Recosol, la rete dei comuni solidali che riunisce 300 amministrazioni locali- Il mio comune è di 6000 abitanti e ha seguito 800 persone, tutte integrate. Oggi lo spazio lasciato all’accoglienza di secondo livello è residuale, i migranti passano perlopiù dai Centri di accoglienza straordinaria dove manca qualsiasi prospettiva di futuro”