Dopo l’esperienza di partecipazione attiva dell’ottobre 2022 in occasione degli eventi legati alla Giornata della Memoria, studenti e studentesse europei ed italiani saranno i protagonisti di un evento sul tema dei fenomeni migratori, del soccorso in mare e dell’identificazione delle vittime dei naufragi. All’evento parteciperanno oltre 300 studenti e docenti italiani ed europei. L’appuntamento, ospitato dall” on. Pietro Bartolo, è a Bruxelles. all’interno del Parlamento europeo, il 9 marzo 2023 alle ore 17.00 nella sala József Antall (4Q2). Prima della conferenza si terrà un flashmob davanti al Parlamento Europeo con l’obiettivo di sensibilizzare le Istituzioni comunitarie sulla necessità di salvaguardare la vita delle persone che migrano nel nostro continente.


L’On. Pietro Bartolo dichiara: “Questo incontro già dal titolo mette a fuoco le questioni centrali da affrontare rispetto al governo del fenomeno migratorio da parte di un’Europa fondata sulla tutela dei diritti umani: Come facciamo a garantire che chi è in pericolo nella propria terra possa mettersi in salvo? Cosa vogliamo fare dei trattati internazionali, delle nostre Carte costituzionali, della Carta dei diritti dell’uomo? Basta voltarsi dall’altra parte, bloccare le partenze senza chiedersi cosa accade alle persone che si trovano nei campi profughi dei Paesi terzi, nelle carceri libiche, nelle foreste bielorusse? E ancora: come vogliamo garantire il diritto alla vita se non esiste alternativa legale ai barconi degli scafisti? E se persino le operazioni di salvataggio in mare vengono rese più complicate? L’Europa dei diritti sospesi è in questi interrogativi. Trovare le risposte è un nostro dovere”. Sarà quindi un’occasione per parlare di storie, di persone, di immigrazione e di accoglienza. Tutti aspetti che richiedono una responsabilità condivisa fra gli Stati Europei, superando i nazionalismi emergenti. Guarderemo al futuro cercando di individuare i motivi alla base del fenomeno affinché ci si possa proiettare verso nuovi scenari. Le possibili soluzioni da attuare in modo congiunto: forme di ingresso da adottare nell’ambito di una politica concordata di accessi regolari, corridoi umanitari, un nuovo quadro di partenariato per la cooperazione con i Paesi terzi, la riforma del Regolamento Dublino, una omogeneizzazione delle procedure fra Stati Europei, la compartecipazione nella gestione della questione migratoria fra società civile e Istituzioni. La creazione di una nuova governance multilivello che possa mettere in campo un’azione coesa di tutte le istituzioni per garantire l’inclusione sociale, quale strumento capace di evitare il nascere di situazioni di marginalità economica e sociale.

“Sarà emozionante vedere gli stessi studenti che lo scorso ottobre erano a Lampedusa nuovamente insieme a Bruxelles, al Parlamento europeo. Come Comitato 3 ottobre ci impegniamo a creare momenti di studio per le studentesse e gli studenti europei. Il nostro obiettivo è di ampliare il loro sguardo sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione, della memoria e dell’accoglienza. Crediamo in un’educazione interculturale e inclusiva in un’ottica europea. Un appuntamento importante anche perché avrà luogo una tavola rotonda dal titolo “Le missioni navali europee. Luci ed ombre delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo” interamente gestita da studentesse e studenti italiani ed europei” dichiara Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre e continua: “In questa occasione, a poco più di dieci giorni dal tragico naufragio di Steccato di Cutro, porteremo dinnanzi al Parlamento europeo la nostra battaglia per l’identificazione delle vittime dei naufragi. Ad oggi, infatti, non c’è un sistema integrato per il conteggio delle morti e molti di coloro che hanno perso la vita in mare non verranno mai portati a riva o se ci arriveranno probabilmente saranno depositati senza nome e senza funerale in un cimitero in Italia o in Grecia. Ma io, come presidente del Comitato 3 ottobre, non mi stancherò mai di sottolineare l’urgenza di creare una banca dati europea del DNA e di avviare un progetto di collaborazione europeo affinché venga riconosciuto il diritto all’Identificazione delle migliaia di cadaveri tumulati senza nome nei cimiteri europei. L’Italia ha un modello che può essere esteso a tutti i ventisette Stati Membri. Il problema dell’identificazione non è di poco conto, non solo perché stiamo parlando di esseri umani che hanno perso la loro vita, ma anche a causa delle famiglie e delle persone che continuano ad aspettare una chiusura emotiva che non arriva. La mancata identificazione ha effetti di portata enorme non solo sul benessere psicologico dei familiari, ma anche ineludibili ripercussioni dal punto di vista burocratico. Prima di tutto è importante compiere ogni sforzo possibile per identificare i cadaveri in ossequio alla dignità dei defunti e delle loro famiglie. Un diritto sancito e tutelato da plurimi contesti normativi. Inoltre, in assenza di identificazione certa non può essere prodotto il certificato di morte, un documento fondamentale per aspetti civilistici ed amministrativi. Tra questi, l’impossibilità per un orfano di fruire della possibilità di essere ricongiunto con i familiari ancora in vita”.

Il terzo aspetto riguarda il diritto alla salute, ed in particolare la salute mentale dei familiari in vita. Il Comitato 3 ottobre ha avviato una campagna, iniziata il 3 ottobre 2022 a Lampedusa, per chiedere che il 3 ottobre diventi “Giornata Europea della Memoria e dell’Accoglienza”, in ricordo di tutte le vittime delle migrazioni. L’ obiettivo è di diffondere una migliore conoscenza del fenomeno migratorio a livello delle giovani generazioni europee. Il tema dell’immigrazione è troppo spesso schiacciato e semplificato dalla cronaca e dal racconto giornalistico con una narrazione che riduce tutto al “numero degli sbarchi”. Ma “gli sbarchi”, o gli arrivi ad una frontiera, rappresentano solo una tappa di un lungo percorso. Le migrazioni sono complesse, vanno conosciute per poter essere prima governate dalle Istituzioni, e poi anche accettate dall’opinione pubblica. “Come Comitato 3 ottobre – aggiunge Tareke – vorremmo che questo tema venga sottratto alla speculazione politica, che non venga trasformato in un cavallo di battaglia ad uso e consumo di alcune forze politiche che agiscono, dentro e fuori le istituzioni. Noi vogliamo reagire a tutto questo, iniziando finalmente a parlare del tema delle migrazioni in modo costruttivo e soprattutto slegato dalla finalità di inseguire il consenso, in una logica di accoglienza, inclusione e di conoscenza”.

*comunicato congiunto a cura dell’Ufficio stampa del Comitato Tre Ottobre

La locandina dell’evento