Crescita, cambiamento, consapevolezza. Sono questi gli obiettivi dei campi di formazione di Amnesty International. Un’esperienza estiva per approfondire i diritti umani e lottare per un mondo più giusto. A Lampedusa dal 21 al 28 agosto si sono ritrovati anche quest’anno in tanti: 40 partecipanti più numerosi relatori. Tutti over 35. “Ed è stato un piacere e un onore incontrare così tanti adulti impegnati nella difesa dei diritti umani – dice Pietro Bartolo – Uomini e donne desiderosi di conoscere, ascoltare, fare domande, raccontare a loto volta le esperienze maturate nei loro territori sparsi in tutta Italia”.

“Confrontandoci per una settimana in luoghi simbolici per i diritti umani – dice Alessandro Montesi, responsabile dei Summer Lab di Amnesty International in Italia – i campi sono un’occasione per mettersi in gioco e formarsi in modo dinamico e partecipato. Insieme ad attivisti, formatori, Ong e persone esperte di diritti umani, ogni anno creiamo spazi di incontro per persone che vogliono fare la differenza. Perché solo conoscendo davvero i diritti umani, possiamo attivarci per difenderli ogni giorno”.

IL MEDITERRANEO

Secondo UNHCR e OIM, il Mediterraneo è la rotta migratoria più letale al mondo. Il nostro mare rimane ancora oggi il simbolo dei flussi migratori di questi anni, e Lampedusa continua a rappresentare una ferita aperta, un interrogativo, una sirena che richiama tragedie ma anche commoventi momenti di accoglienza e solidarietà. Come quelli delle Ong, di difensori e difensore dei diritti umani, che dal 2015 a oggi hanno soccorso e salvato centinaia di migliaia di persone in difficoltà.

“Amnesty è tornata a Lampedusa per uno dei suoi Summer Lab, per offrire l’opportunità non solo di conoscere meglio e più da vicino le dinamiche di soccorso in mare, accoglienza e protezione in Italia – spiega ancora Alessandro – ma anche per indagare le vite vissute oggi sulle altre sponde del Mare Nostro. Momenti formativi uniti alle testimonianze di chi vive l’isola nella complessità di tutti i giorni. Coerentemente con la mission di Amnesty International, il campo non si pone tra i suoi obiettivi quello dell’assistenza umanitaria diretta ai migranti essendo un campo di attivismo e non di volontariato o di lavoro”.