Elly Schlein ha ragione. Questo Patto non archivia il regolamento di Dublino. Cerca semplicemente di riformarlo andando il più possibile verso la direzione del Parlamento Europeo che aveva tracciato la presidenza di David Sassoli. Purtroppo, è stato netto lo spostamento a destra del Consiglio dell`UE nonostante lo sforzo della Presidenza spagnola di Pedro Sanchez di riequilibrare i giochi di forza. Le luci che questo testo contiene, come dice la Segretaria, sono frutto di un duro lavoro di mediazione che ha consentito di affermare, per la prima volta, il principio di solidarietà tra gli stati membri attraverso il ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo. Certo, potevamo ottenere di più, magari una cifra superiore a quella concordata di 30.000 persone l`anno, ma su questo era l’Italia a doversi battere, era il governo Meloni che doveva puntare i piedi con Orban e compagnia per convincerli ad assumersi una maggiore responsabilità in termini di accoglienza.

Il Governo italiano invece ha sempre puntato sul controllo delle frontiere e su politiche di rimpatri osteggiando ogni tipo di solidarietà. Pericolo da noi scongiurato poiché siamo riusciti ad eleminare nel testo ogni forma di solidarietà che prevedesse una ricollocazione ai fini del rimpatrio.

Tra le misure di solidarietà abbiamo inoltre previsto aiuto ai paesi sotto pressione migratoria e paesi terzi ma siamo riusciti ad inserire nel testo dei vincoli specifici. Questi fondi saranno gestiti dall`UE e sottoposti a monitoraggio e rendicontazione. Nessuna possibilità quindi di finanziare muri e fili spinati, come invece avrebbero voluto Orban e gli altri alleati della Meloni.

Come gruppo SD ci siamo assunti una grande responsabilità e sono convinto che questa riforma potrà in qualche modo colmare le iniquità dell’attuale sistema di Dublino che riversa tutta la responsabilità nello stato membro di prima accoglienza.

Una volta adottato il regolamento, starà ai governi dar seguito alle disposizioni obbligatorie di ricollocazione.

Una cosa è certa, grazie al nostro contributo siamo riusciti ad affermare il principio di solidarietà e dell’equa redistribuzione delle responsabilità e a scongiurare ogni possibile tentativo di rinazionalizzazione delle politiche di migrazione e asilo. Ecco perché ad Orban questo Patto non piace affatto.

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