Oggi, 12 settembre, Pietro Bartolo ha preso la parola nel corso del dibattito a Strasburgo su “Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione – Accordo UE-Tunisia – aspetti di politica migratoria esterna”. Qui l’intervento integrale:

Presidente, colleghi
Si chiamavano Dossi e Marie, una giovane mamma e la sua bambina, morte di stenti, senza acqua né cibo, abbracciate nel deserto tra la Libia e la Tunisia.
Venivano dalla Costa d’Avorio, avevano 30 e 6 anni e in quel deserto sono arrivate dopo che il presidente Saied ha aperto la caccia ai negri – cosi come l’hanno definita – che ha costretto centinaia di subsahariani a lasciare gli accampamenti e le case in cui vivevano per fuggire nel deserto, o tentare la traversata del Mediterraneo.
Questa è la rappresentazione visiva dell’accordo UE-Tunisia.
Ecco la disumanità replicata all’ennesima potenza, ecco la legittimazione al razzismo istituzionale, la complicità dell’Unione europea alle politiche brutali in totale violazione delle norme e dei principi che – quantomeno sulla carta – vincolano la stessa Unione.
I 105 milioni di euro, nel quadro di questo nuovo accordo sono una ferita all’identità europea come unione di Paesi garanti del rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto.
Far finta di non vedere non ci assolve ma ci rende co-responsabili di questa tragedia umanitaria.

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